farmacie comunali«Sulla questione delle farmacie comunali di Terni non posso accettare di sentire che esse non hanno più ruoli sociali e di azione sanitaria». A scrivere è il presidente di Assofarm, Venanzio Gizzi, che in una lettera aperta si rivolge direttamente al sindaco della città umbra, Leopoldo Di Girolamo, che in una nota si era a sua volta espresso sul tema dichiarando che «è palese agli occhi di tutti che le farmacie comunali non hanno più una funzione sociale da quando la distribuzione gratuita dei farmaci essenziali è a carico del Servizio sanitario nazionale». «Sono proprio le farmacie comunali – replica Gizzi – all’interno del sistema di distribuzione del farmaco, che disegnano il proprio ruolo e le proprie funzioni in termini di ascolto, difesa e tutela della salute del cittadino». Mentre le amministrazioni comunali, grazie alle stesse farmacie pubbliche, hanno a disposizione «l’unico elemento di vero controllo sanitario sul territorio». Il presidente dell’associazione di categoria sottolinea inoltre che «non è affatto vero che i farmaci vengono esitati dal Ssn. Sono distribuiti da quest’ultimo, tramite le Aziende sanitarie locali, i farmaci di fascia H, che escludono il voluto ed auspicato rapporto che deve esistere con le farmacie comunali, il farmacista e il cittadino».
Gizzi ha quindi ricordato gli elogi arrivati da numerosi sindaci «per le campagne di natura sociale sulle vaccinazioni, sugli stili di vita e sulla prevenzione, per non citare azioni di calmieramento di alcuni costi che sistematicamente vengono poste in essere e su cui successivamente si allinea tutto il sistema delle farmacie. Non voglio inoltre evidenziare la funzione sui livelli di occupazione». Il presidente di Assofarm, inoltre, ha sottolineato di aver letto nella nota di Di Girolamo «che in altri comuni si è proceduto a vendere quote delle proprie aziende farmaceutiche: sono azioni risalenti al passato, ormai abbandonate su tutto il territorio nazionale. Anzi, il comune di Firenze ha deciso proprio in questi giorni di non dismettere quote societarie, ritornando su una decisione precedentemente assunta. Il numero delle prelazioni, da parte dei comuni, è decisamente superiore rispetto alle dismissioni. Ho avuto modo di constatare, in questi anni, pentimenti sinceri da parte di sindaci che in passato hanno venduto quote delle farmacie comunali». Di qui la proposta di Gizzi di effettuare «ulteriori approfondimenti per una maggiore informazione alla cittadinanza di Terni, magari organizzando un dibattito pubblico per cui, fin da ora, offro la mia disponibilità».

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