federfarma bergamoIn un comunicato congiunto Federfarma Bergamo e Federfarma Lecco hanno spiegato di condividere «le preoccupazioni espresse dalle associazioni dei titolari di farmacia di alcune province della Puglia e della Sicilia, nonché dalla Fofi e da Federfarma Servizi», in merito al disegno di legge sulla Concorrenza, ed in particolare alla sua versione attuale (ancora in discussione presso la commissione Industria del Senato) che potrebbe, a loro avviso, «stravolgere completamente il servizio farmaceutico italiano». «In primo luogo – scrivono le due associazioni provinciali – non si comprende il motivo per cui i limiti di quote minoritarie imposti all’entrata del capitale in società di altre professioni non siano stati disposti anche alle società di farmacie». In mancanza di tali paletti, infatti, si introduce «un forte pregiudizio sulla libertà professionale del farmacista, che si troverà ad essere alle assolute dipendente di strategie di mercato della “proprietà”». In secondo luogo, prosegue il comunicato «il limite del 20%, imposto al numero di tali acquisizioni per ogni soggetto su base regionale, di fatto non tutela il servizio, perché la quota in numero di farmacie potrebbe facilmente corrispondere a quote di mercato sensibilmente maggiori: cinque titolari potrebbero acquisire il 100% delle farmacie di ogni singola regione». Ciò con effetti negativi «sull’attuale struttura della rete capillare delle farmacie, con un forte indebolimento della qualità del servizio delle farmacie “indipendenti”, che si troveranno nelle vicinanze delle catene». Perciò, Federfarma Bergamo e Federfarma Lecco spiegano che «vista l’approvazione in commissione Bilancio di subemendamenti riferiti alla proposta 48.100, ancora in attesa di valutazione da parte della X Commissione, e tra i quali più di uno migliorativi dell’attuale testo, auspichiamo l’intervento degli organi massimi rappresentativi della categoria». Al contempo, le due associazioni spiegano di non condividere «la posizione dei vertici di Federfarma illustrata in occasione dell’Assemblea del 13 luglio, in quando i risultati fin qui ottenuti non sono soddisfacenti e manca una progettualità che miri ad un concreto rinforzo della rete». Infine, nel comunicato si invitano i colleghi «della Lombardia e di tutte le altre regioni a manifestare la loro adesione alla presente richiesta e di farsene portavoce presso i rispettivi referenti di categoria».

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