fascia cFarmaciaVirtuale.it ha riportato le dichiarazioni di Patrizia Polliotto, avvocato dell’Unione Nazionale Consumatori, nonché fondatore e presidente del comitato regionale del Piemonte della stessa associazione, contraria alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C. La dirigente ha infatti spiegato che «UNC Piemonte ribadisce e rivendica il ruolo fondamentale e di primaria importanza rivestito dalle farmacie sia in ambito sanitario che in quanto presidio del territorio».
La nostra redazione ha ricevuto una risposta in merito, da parte di Marco Toeschi, referente FNPI e Regione Piemonte Gruppo Parafarmacienord, e di Marco Cetini, dell’ufficio stampa dello stesso gruppo. «In riferimento all’intervista rilasciata dall’avvocato Pollioni – spiegano – in cui dichiara che i farmaci di Classe C con obbligo di prescrizione debbano rimanere appannaggio esclusivo delle farmacie ed in particolare che “il farmacista è una garanzia di sicurezza per l’utenza, e come tale va rispettato e tutelato. I farmaci è opportuno che vengano trattati come strumenti di cura, necessari, a volte indispensabili, e non come prodotti da acquistare secondo logiche consumistiche, ad esempio in quantità a seconda della convenienza. Per questo motivo si ribadisce l’importanza della figura del farmacista a tutela del consumatore-paziente”, vorremmo sottolineare che come avvocato, la stessa Pollioni non dovrebbe ignorare le leggi vigenti».
Secondo Toeschi e Cetini, infatti, Patrizia Polliotto pare non tenere in considerazione il fatto che «nelle parafarmacie di vicinato o della grande distribuzione è obbligatoria la presenza attiva di uno o più farmacisti abilitati all’esercizio della professione dallo Stato. E che i farmaci di fascia C vanno dispensati dietro presentazione di ricetta medica e sempre da un farmacista laureato ed abilitato». Per questo i rappresentanti del Gruppo Parafarmacienord chiedono alla dirigente dell’Unione Nazionale Consumatori se lei stessa, «come avvocato ha una laurea ed un’abilitazione diverse rispetto ai colleghi che operano presso studi privati anziché per enti od organizzazioni come quella che rappresenta».

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