farmacie usaI pazienti americani potrebbero risparmiare tempo e denaro se una legge federale consentisse ai farmacisti di somministrare tutti i tipi di vaccini raccomandati dai Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (organismi di vigilanza sulla sanità pubblica degli Stati Uniti). A spiegarlo è uno studio che è stato pubblicato dal Pacific Research Institute, nel quale si sottolinea come una scelta del genere da parte dell’amministrazione di Washington consentirebbe anche di garantire una serie di benefici in termini di salute della popolazione, dal momento che – spiega il magazine Healthcare Finance News – numerose persone si ammalano ogni anno, e in alcuni casi vengono anche ricoverate, per malattie che potrebbero essere prevenute proprio grazie ai vaccini». Vengono citate in tal senso, in particolare, le malattie da pneumococco, «che colpiscono circa 900.000 persone ogni anno e che comportano 400.000 casi di ricoveri e 19.000 morti». Ad oggi, negli Stati Uniti è possibile vaccinarsi ad esempio contro l’influenza nelle farmacie, ma «le regole che esistono in ciascuno Stato federale impediscono di somministrarne altri. Queste barriere sono oggi presenti nonostante i farmacisti abbiano seguito una preparazione in materia nel loro percorso di studi». Per quanto riguarda poi i possibili risparmi, il giornale fa l’esempio del vaccino contro l’Herpes Zoster, «che costa in media 208,7 dollari presso lo studio di un medico, mentre in farmacia è a 168,50 dollari». Una differenza di prezzo così alta può inoltre provocare, prosegue l’analisi, una forte «pressione» sul sistema sanitario nel suo complesso, dal momento che è ipotizzabile un aumento del numero di persone che non si vaccinano proprio per ragioni economiche. Basti pensare che per le malattie da pneumococco, «a fronte di un target di vaccinazioni nella popolazione con più di 65 anni fissato al 90%, i dati indicano che solo il 64% dei cittadini lo ha fatto». Inoltre, una riforma del genere «consentirebbe di incrementare l’accesso a tali servizi nelle aree rurali, che spesso risultano non convenienti per ospedali e medici», e che invece sono servite dalla rete delle farmacie.

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