farmacie ruraliÈ stata illustrata nella seduta dell’assemblea regionale dell’Umbria di lunedì 29 maggio 2017 l’interrogazione firmata da Carla Casciari e Gianfranco Chiacchieroni, entrambi consiglieri del Partito democratico in Umbria, finalizzata a comprendere in che modo voglia agire l’amministrazione regionale nell’ottica di sostenere le farmacie rurali, che nel documento vengono definite «fondamentali presidi territoriali». In particolare, i due rappresentanti hanno chiesto se la giunta voglia rivedere l’indennità per il disagiato servizio, «così come avvenuto in altre regioni con orografia affine all’Umbria». Nel documento i due hanno ricordato che «la popolazione di un luogo rappresenta anche l’identità, la tipicità e la storia di un territorio. Lo spopolamento, inteso non solo come semplice abbandono dei luoghi, ma anche come carenza di risorse e limite ai processi di qualificazione e sostenibilità territoriale è, quindi, un grave rischio sotto un punto di vista socio–culturale, economico e fisico–geologico. L’Umbria è da decenni soggetta a tale fenomeno, specie nelle zone rurali e nelle aree di montagna». Quindi l’attenzione si è concentrata sulla legge numero 221 del 1968, che «aveva previsto un’integrazione del reddito per le farmacie disagiate, in aggiunta all’indennità di “disagiata residenza” sulla base dei requisiti di ubicazione in Comuni, frazioni o centri con popolazione molto bassa (438,99 euro l’anno per comuni fino a 1000 abitanti). In Umbria sono presenti 83 farmacie rurali che percepiscono l’indennità di disagiata residenza ma, di queste, nel 2015 soltanto 10 hanno ottenuto anche la misura aggiuntiva del disagiato servizio per un volume di spesa pari a 22.844,12 euro. La Regione Umbria, a differenza di molte altre regioni, non ha, infatti, provveduto ad adeguare al costo della vita effettivo le misure delle due indennità in tempi recenti. Da ultimo, molte di queste 83 farmacie si trovano in territori colpiti dall’ultimo evento sismico e rappresentano un presidio essenziale in zone a grave rischio di spopolamento e sempre più un punto di riferimento anche sociale per gli abitanti. L’indennità di disagiata residenza per un comune umbro con meno di 1000 abitanti è pari a 438,99 euro, mentre nelle Marche si arriva a 1.800 euro. L’indennità di disagiato servizio per una farmacia umbra con fatturato di 140mila euro è di 1.033 euro mentre nelle Marche è di 13mila euro». L’assessore alla Sanità Luca Barberini – secondo quanto riportato da Umbriajournal.com – ha replicato spiegando che «nel nuovo piano sanitario le farmacie saranno valorizzate come luoghi di presidio e di fornitura di servizi. È particolarmente importante intervenire con incisività sui servizi delle zone marginali, montane e in quelle colpite dal sisma. Le farmacie rurali sono presidi da tutelare per questo chiederemo una modifica del testo unico sulla sanità per cercare di adeguare le indennità previste, fornendo anche altri strumenti per consentire di dare risposte ai cittadini che vivono in zone disagiate».

[Se non vuoi perdere tutte le novità iscriviti gratis alla newsletter di FarmaciaVirtuale.it. Arriva nella tua casella email alle 7 del mattino. Apri questo link]

© Riproduzione riservata

Non perdere gli aggiornamenti sul mondo della farmacia

Riceverai le novità sui principali fatti di attualità.

Puoi annullare l'iscrizione con un click. Non condivideremo mai il tuo indirizzo email con terzi.