Farmaci online, Google blocca 12,5 milioni di annunci sul web

Navigando sul web ci si può facilmente imbattere in numerose pubblicità ingannevoli. È noto infatti che la quantità di falsi presenti in rete è altissima, e la questione dei farmaci ne rappresenta uno degli esempi più eclatanti. Per questo Google è impegnata nel cercare di “ripulire” i risultati che fornisce il proprio motore di ricerca, mettendo in campo una tecnologia sofisticata e un team del quale fanno parte circa mille persone in tutto il mondo.
Così, il colosso di Mountain View ha fatto sapere di aver disabilitato solamente nel 2015 più di 780 milioni di annunci che non risultavano conformi alle regole del motore statunitense. Non solo: sono oltre 10 mia i siti che sono stati sospesi, 25 mila le “app”, e 18 mila gli account che hanno tentato di vendere merci contraffatte. In particolare, per quanto riguarda i farmaci l’azienda informatica ha spiegato: «Abbiamo bloccato più di 12 milioni e mezzo di messaggi pubblicitari che violavano la nostra politica in materia di salute e di medicinali. È il caso, ad esempio, di prodotti che non risultavano sicuri oppure che erano presentati come altrettanto efficaci rispetto ai medicinali prescritti in maniera regolare».
È bene ricordare che dallo scorso mese di luglio è stata introdotta la possibilità, per le farmacie, di aprire la vendita anche attraverso i loro siti internet. Per riconoscere i veri farmacisti da quelli fasulli è stato predisposto un bollino, che deve essere presente sul sito, e che è collegato ad un elenco di farmacie accreditate dalla pubblica amministrazione. I rischi, per chi non si rivolge alla rete ufficiale, sono altissimi per la salute. Eppure, secondo un’analisi della Federazione Italiana Privacy, riportata da FarmaciaVirtuale.it, ben 5 milioni di italiani comprano medicinali illegali su internet, preferendo affidarsi a “farmacie” che in realtà spesso hanno sede in nazioni asiatiche (e che spesso commerciano prodotti contraffatti o rubati e non trattati secondo le regole imposte dalla legge) pur di mantenere il proprio anonimato.