farmacisti emicraniaL’emicrania rappresenta una sindrome che colpisce una quota compresa tra il 12 ed il 15 per cento della popolazione globale: si tratta di un problema particolarmente importante sia per gli uomini che per le donne di età compresa tra 15 e 49 anni. A spiegarlo è uno studio italiano, pubblicato dalla rivista scientifica Neurological Sciences. L’analisi, intitolata “Community pharmacies as epidemiological sentinels of headache: first experience in Italy”, è stata curata dal dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco dell’università di Torino, dall’Ordine dei farmacisti del capoluogo piemontese, dal Centro cefalee della donna e dalla onlus Fi.Cef, assieme alla Fofi, a Atf Informatics e a Federfarma Piemonte. «Tra le persone affette da emicrania – spiega l’analisi – l’abuso di medicinali può comportare particolari rischi, che possono sfociare in casi di medication overuse headache (MOH, mal di testa da eccesso di farmaci)». Per individuare tali casi, il lavoro dei farmacisti può risultare particolarmente importante, dal momento che essi sono collocati «in una posizione strategica» nel rapporto diretto con coloro che curano le emicranie in modo autonomo. «Nel 2014 il nostro gruppo ha pubblicato i risultati di un sondaggio condotto in Piemonte in materia di dispensazione e di uso dei farmaci in pazienti che hanno chiesto consiglio ai farmacisti per risolvere il problema. Ora l’analisi è stata estesa a livello nazionale, attraverso uno studio basato su interviste face-to-face, utilizzando questionari che spaziano dalla situazione socio-economica alla classificazione della patologia e all’identificazione di eventuali usi eccessivi di medicinali». Sono 610 i farmacisti che sono stati coinvolti. Di questi, 446 hanno raccolto un totale di 4.425 questionari compilati correttamente. «La partecipazione dei farmacisti territoriali – hanno aggiunto gli autori del paper – ha rivelato la capacità del metodo scelto di consentire la raccolta di dati epidemiologici con una capillarità che raramente viene raggiunta con altri mezzi. In questo modo è anche possibile identificare le necessità di ciascun territorio e facilitare un processo decisionale in termini di comprensione delle reali necessità dei pazienti/cittadini».

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