distribuzione diretta farmaciLa farmacia dell’ospedale Ramazzini di Carpi è da tempo oggetto di polemiche da parte dei pazienti. A raccontare la situazione è un articolo apparso sul quotidiano modenese Voce.it, nel quale si sottolinea come il prolungamento degli orari di apertura e il potenziamento del personale in servizio non sia bastato a risolvere il problema delle file allo sportello.
La situazione è poi esplosa in seguito ad una lettera di denuncia inviata agli organi di stampa da un paziente affetto da diabete, che si rifornisce di insulina proprio presso la farmacia ospedaliera del Ramazzini. La Asl ha spiegato che «non esiste alcuna emergenza insulina» e in merito alle file allo sportello ha affermato che «si sta valutando l’ulteriore ampliamento dell’orario di apertura e l’adozione di percorsi semplificati per i diabetici che consentano la programmazione delle consegne dei farmaci, in modo da ridurre ulteriormente le attese». Secondo Voce.it, però, «i malati (non solo quelli diabetici, ma per esempio anche quelli oncologici o quelli che hanno subito interventi) sempre più frequentemente vengono presi in carico dai servizi della Asl», attraverso dunque la distribuzione diretta di farmaci. «Al paziente viene consegnato un documento di prescrizione di farmaco (non la tradizionale ricetta del medico di famiglia) e con quel documento ci si può rivolgere esclusivamente alla farmacia dell’ospedale che fotocopia il documento prescrittivo, appone a mano le annotazioni del caso, preleva i medicinali dal deposito e li consegna all’interessato. Se si considera che soltanto a Carpi i pazienti diabetici sono cinquemila circa e molti di loro sono in carico al Centro antidiabetico si comprende facilmente perché ci sia sempre tanta gente in fila davanti allo sportello». Tuttavia il giornale spiega che per i diabetici «una scatola che contiene quattro blister a forma di penna carichi di insulina, costa intorno ai 90 euro». E che «è evidente il risparmio se si saltano gli intermediari» e si sfrutta la distribuzione diretta: «Il tutto, purtroppo, a scapito della comodità dei malati (o dei loro parenti), costretti a recarsi fisicamente in ospedale e attendere pazientemente il proprio turno per ottenere il medicinale indispensabile per proseguire la cura».

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