farmacisti di comunitaQuali sono le dieci cose che un farmacista dovrebbe tenere a mente nel momento in cui interagisce con un paziente affetto da diabete di tipo 2? A rispondere alla domanda è uno studio pubblicato dal Canadian Journal of Diabetes e curato da un gruppo di ricercatori dell’università dell’Alberta, del London Drugs Pharmacy e dal Prairie Vascular Research Network di Regina (capoluogo della provincia del Saskatchewan). L’analisi ricorda dapprima le proporzioni del fenomeno nella nazione nordamericana: «In Canada ci sono 3,5 milioni di persone diabetiche, delle quali circa il 90% è affetto da diabete di tipo 2. Un valore che risulta in rapida crescita, con 5.000 nuove diagnosi ogni mese». Di fronte a tale situazione, «i farmacisti rappresentano la prima linea del servizio sanitario e coloro che hanno modo di interagire più di frequente con i pazienti. Il loro ruolo nell’ambito delle cure è essenziale, in quanto in grado di migliorare il controllo glicemico e l’aderenza alle terapie. Nel nostro lavoro presentiamo i 10 elementi a nostro avviso più importanti nell’approccio del farmacista al paziente affetto da tale patologia». Il decalogo suggerito nello studio è dunque il seguente: innanzitutto occorre capire quale sia il grado di conoscenza della situazione da parte del paziente, quindi è necessario fornire a quest’ultimo informazioni per quanto riguarda i risultati che si possono raggiungere grazie al trattamento farmacologico. Occorre poi dare consigli semplici e pratici su come testare il livello di glicemia, nonché consegnare un memo scritto con le istruzioni per i giorni in cui la malattia è più acuta. Particolarmente importante è poi seguire il momento in cui il paziente potrebbe dover assumere dell’insulina, quindi fornire informazioni su come valutare i livelli di glicemia nonché sui problemi che possono insorgere a livello renale. In presenza di tali complicazioni, possono essere necessarie modifiche alle cure che i farmacisti devono seguire da vicino. Infine, è importante che vengano instaurate comunicazioni efficaci con gli altri professionisti della salute coinvolti e che siano predisposti piani di follow-up per aggiustare di volta in volta la strategia terapeutica.

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