asfiÈ ormai più di un anno che esiste la ricetta dematerializzata del Ssn. A breve, essa coprirà l’intero territorio nazionale. Di recente, inoltre, il ministro della Salute ha annunciato l’avvio della sperimentazione per quanto riguarda le prescrizioni veterinarie. La domanda, pertanto, : perché non applicare il medesimo approccio anche alla ricetta per medicinali ad uso umano, prescritti in regime privato (la cosiddetta “ricetta bianca”)? A chiederlo è Maurizio Cini, presidente dell’Asfi, che in un post su Facebook spiega che il consiglio direttivo dell’associazione di categoria ha già affrontato la problematica, avanzando due proposte.
La prima ipotesi è, spiega il dirigente, quella di «rendere valide le prescrizioni mediche trasmesse dal medico al paziente per via telematica». Esse, come noto, spettano al medico di base o allo specialista, «che a volte invita il paziente a recarsi in farmacia sulla base di un’indicazione verbale, generalmente telefonica, del medicinale da acquistare. Molti dei medicinali prescritti prevedono la dispensazione solo previa esibizione di ricetta medica. Il farmacista si trova così nella imbarazzante situazione per la quale è tenuto a rifiutare la vendita». Dal momento che la definizione di ricetta medica è quella di “ordinanza scritta”, «l’autenticità della prescrizione può essere oggi garantita dall’ormai sempre più diffuso uso della “firma digitale”. Si tratta di un sistema informatico che unisce, in maniera inseparabile, un file di testo (la ricetta compilata con qualsiasi elaboratore di testi) con un altro, generato dal sistema, che viene apposto solo dal titolare di firma digitale mediante una tessera magnetica ed una password personali. La ricetta digitalizzata potrebbe così essere inviata via mail al paziente che la potrebbe poi inoltrare alla farmacia, dove essa potrebbe essere controllata mediante un programma che ne analizzi la firma digitale».
In alternativa, Cini propone una seconda possibilità: rendere accessibile la piattaforma SAC e/o SAR. «È ormai imminente – spiega – l’attivazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) contenente anche il “dossier farmaceutico” del paziente». Il ministero prevede che esso sia «aggiornato a cura della farmacia che effettua la dispensazione, al fine di favorire la qualità, il monitoraggio, l’appropriatezza nella dispensazione dei medicinali e l’aderenza alla terapia ai fini della sicurezza del paziente. L’accesso alle informazioni contenute nel dossier sarà pertanto possibile tramite la tessera sanitaria. Sullo stesso circuito della ricetta elettronica potrebbe così svilupparsi un sistema valido sia per i medicinali Ssn che per quelli dispensabili in regime privato».
Secondo Asfi, l’adozione di una delle due soluzione migliorerebbe la vita dei cittadini e, al contempo, il lavoro del farmacista.

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