ddl vacciniSono state respinte in Aula al Senato le cinque questioni pregiudiziali che erano state presentate da Lega, M5S, Ala, Si e Gal sulla legge di conversione del decreto del 7 giugno 2017, n. 73, che reca disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale. La relatrice Patrizia Massanero (Pd) ha ricordato nel corso del dibattito che «la vaccinazione è considerata una delle più rilevanti scoperte mediche fatte dall’uomo e l’importanza che essa riveste per l’impatto sulla salute è tale da essere considerata, insieme al miglioramento delle condizioni igieniche, dell’acqua potabile, degli antibiotici e dell’alimentazione, tra i fattori che hanno permesso di raddoppiare negli ultimi cento anni l’aspettativa di vita nelle nazioni più ricche. Tra tutti gli interventi sanitari, sono stati i nuovi vaccini a permettere di sconfiggere le malattie che hanno provocato in passato gravi epidemie. L’OMS stima che ogni minuto vengono salvate cinque vite, pari a 7.200 vite al giorno, grazie proprio alla somministrazione dei vaccini. Quindi, è da considerarsi un problema globale di giustizia sociale e di salute garantire l’accesso ai vaccini a tutti, in particolare alle nazioni più povere». Come riferito dall’agenzia Ansa, «sembra intanto tramontare l’ipotesi che il governo ponga la fiducia sul testo. Ipotesi che vede la contrarietà di Forza Italia». Il presidente dei senatori azzurri Paolo Romani ha dichiarato di aver avuto assicurazioni dalla maggioranza in questo senso. Secondo quanto riportato dall’Huffington Post, proprio Forza Italia potrebbe votare a favore dopo che la commissione Igiene e Sanità ha accolto l’emendamento per consentire di effettuare i vaccini in farmacia. «Tra le novità del provvedimento arrivate nella discussione in commissione – prosegue l’agenzia di stampa – figura l’emendamento che prevede l’istituzione dell’Anagrafe Vaccinale Nazionale, che registrerà la situazione vaccinale degli italiani, e una modifica che prevede vaccinazioni anche per operatori sanitari, sociosanitari e scolastici». Nel corso della discussione, Vincenzo D’Anna (Ala) ha spiegato che «il disegno di legge, oltre a presentare chiari aspetti di incostituzionalità, viola anche un trattato che l’Italia ha sottoscritto: la convenzione di Oviedo che vieta la somministrazione di qualsiasi farmaco contro la volontà degli individui. Poiché i vaccini sono dei farmaci evidentemente stiamo violando anche questo trattato». In ogni caso, il numero di vaccini obbligatori dopo il passaggio in commissione al Senato è passato da 12 a 10 (poliomielite, difterite, tetano, epatite B, pertosse, emofilo di tipo B, morbillo, parotite, rosolia e varicella). Solamente “consigliati” rimangono quelli anti-meningococco B e C, anti-pneumococco e anti-rotavirus.
Secondo l’agenzia Askanews, «se non verrà richiesta la fiducia, il voto finale, che licenzierebbe il testo per farlo approdare alla Camera, dovrebbe probabilmente arrivare nella giornata di giovedì, considerando che restano da valutare circa 300 emendamenti». Il decreto va in ogni caso convertito in legge entro il 6 agosto se non lo si vuole far decadere.

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