ddl concorrenza farmacie«L’ingresso del capitale nel sistema delle farmacia potrebbe stravolgerne le caratteristiche. I rischi sono elevati soprattutto per i più deboli». Francesco Pragliola, ex presidente Federfarma e titolare di quattro farmacie tra Caserta e Roma, spiega a FarmaciaVirtuale.it il suo punto di vista sulle conseguenze delle nuove discipline che potrebbero essere introdotte dal Ddl Concorrenza, di recente licenziato dalle commissioni riunite Finanze e Attività produttive della Camera e che sarà discusso in Aula nei prossimi mesi.

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Dottor Pragliola, cosa cambierà con le norme sulle società di capitale, qualora dovessero essere confermate?

L’ingresso del capitale a mio avviso sarà dirompente. Ad essere colpiti saranno soprattutto i più deboli, coloro che sono presenti in luoghi più remoti. E che tuttavia svolgono un ruolo sociale importantissimo.

Per quale ragione?

Ho fatto un’indagine sulle ultime proposte di vendite: si tratta sempre di farmacie rurali. Ebbene, sa cosa accadrà con le società di capitali? Che potrebbe arrivare un colosso e cercare di effettuare delle acquisizioni. Secondo lei da cosa sarà attirato, dalle piccole farmacie in campagna o da quelle grandi, presenti nelle grandi città?

È preoccupato anche per la sua attività?

Guardi, io ho quattro farmacie. Due nel casertano e due a Roma, tutte con un buon fatturato. Se un domani mi dovessi stufare, le venderò. Io non sono in pericolo: mi preoccupo per i colleghi più vulnerabili.

Quindi secondo lei i piccoli soccomberanno?

Accadrà quello che abbiamo visto in Gran Bretagna: saranno acquisite le farmacie di grosso calibro, le altre non sono appetibili. Al di là delle dichiarazioni di Federfarma, che parla continuamente di farmacie dei servizi, io mi chiedo cosa succederà se si andrà incontro ad un quasi-monopolio di fatto.

Ovvero?

A mio avviso il cuore del business diventerà la parafarmacia, la cosmetica… Il servizio sanitario sarà un corollario, un qualcosa che si ha l’obbligo di fare. E nei luoghi in cui le piccole farmacie chiuderanno, ci saranno inevitabili problemi per la popolazione locale, che non avrà più a disposizione un servizio fondamentale. Inoltre, mi domando come cambierà la professione di un farmacista assunto da una grande azienda: temo che il ruolo possa diventare sempre più simile a quello di un mero venditore.

Eppure nel Ddl sono stati inseriti alcuni paletti al capitale…

Sono state adottate delle limitazioni, è vero, ma per medici e ditte farmaceutiche. A mio avviso avrebbero dovuto essere introdotte anche per i grossisti, perché anche lì si rischiano conflitti di interesse.

Quale potrebbe essere una soluzione a questo punto?

La mia è un’utopia, ma sarebbe bello se la categoria facesse fronte comune, e decidesse di opporsi ad un’eventuale concentrazione nelle mani di uno o pochi soggetti. Ma questo non accadrà.

Perché?

Perché tra i colleghi esiste un grande individualismo, c’è poca unità. Occorrerebbe una strategia finalizzata ad unificare la categoria dei farmacisti. Ma io non la vedo.

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