mnlfLe perplessità del Ministro della Salute Lorenzin sono comprensibili, ma non giustificate. Così il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione Unitaria delle Libere Parafarmacie Italiane commentano le dichiarazioni rilasciate dal Ministro della Salute sulla liberalizzazione dei farmaci di fascia C.

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“Quando il ministro”, spiega Vincenzo Devito, presidente del MNLF, “si dichiara contraria a tale liberalizzazione perché questi farmaci sarebbero venduti nei supermercati, opera una semplificazione utile solo a sostenere le proprie tesi, ma smentita dai fatti oggettivi. Solo il 15% degli esercizi che attualmente possono vendere i farmaci da banco sono in mano alla grande distribuzione organizzata, la maggior parte sono in capo a farmacisti ex dipendenti di farmacia. Inoltre, mai e poi mai questi farmaci sarebbero negli scaffali accanto ad altri prodotti, ma in aree ben separate e sotto la vigilanza di un farmacista”. “A volte viene da chiedersi di cosa stiamo parlando”, chiosa Devito, “viene da chiedersi se il Ministro non si renda conto che è stato proprio il suo ministero ad aver dettato le regole sulla corretta dispensazione in questi esercizi, compresi i supermercati”

“Il consiglio, amichevole al Ministro, è di fare una visita a sorpresa per vedere con i propri occhi la realtà oggettiva” “Siamo certi”, continua Devito, “che i suoi dubbi verranno fugati all’istante.

Il Ministro continua a ripetere, come altri, che la sede del Ddl concorrenza non è la sede adatta ove trattare argomenti relativi alla distribuzione dei farmaci, che lo si doveva fare in sede separata.

Tuttavia, precisa Devito, sono decenni che il tema del monopolio dei farmaci e l’accesso alla libera professione dei farmacisti è al centro delle richieste dei professionisti, sono anni che di questo tema si parla solo quando le istituzioni vi sono costrette.

E ancora, “secondo il Ministro, di liberalizzazione dei farmaci di fascia C non si può discutere nel Ddl concorrenza, ma dell’ingresso di capitale privato nelle farmacie, quindi di grossi gruppi economici e della creazione di catene sì, possiamo legiferare con tutta tranquillità.

Ovvero, della creazione di oligopoli è consentito deliberare nel Ddl concorrenza, mentre di equità e pari opportunità, nonché di risparmi per i cittadini no, non se ne deve parlare.

Ci sono decisamente delle contraddizioni in questo modo di pensare che riguarda il Ministro, ma anche altri esponenti politici, contraddizioni giustificate forse solo dall’interesse di difendere privilegi ormai anacronistici e posizioni corporative.

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