ddl concorrenza farmacie mnlf«Gentile Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, ci permettiamo d’inviarle queste brevi note a ridosso della sua nomina, perché riteniamo non sia più procrastinabile dare al Paese una seria spinta alla crescita economica. Non c’è più tempo da perdere. Tra i mezzi a sua disposizione c’è il Ddl Concorrenza, ovvero le disposizioni legislative che dovevano trasformare in atto dello Stato le indicazioni dell’Autorità Garante della Concorrenza». Con queste parole, a poche ore dalla nomina del ministro che rimpiazza la dimissionaria Federica Guidi, il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione Unitaria Libere Parafarmacie Italiane si rivolgono allo stesso membro del governo Renzi, tornando a sollecitare una veloce approvazione del testo attualmente in discussione al Senato.
«Purtroppo, gli intenti sino ad oggi non hanno trovato sponda nella volontà politica. Cambiare in questo Paese non è facile quando si toccano gli interessi tutelati, non è facile quando tali interessi debbono lasciare spazio a quelli dei cittadini, agli interessi generali», prosegue la lettera, che torna a proporre la liberalizzazione dei farmaci con obbligo di ricetta. «Tutte le rappresentanze dei consumatori, noti economisti ed organizzazioni internazionali come l’Ocse e la Commissione Europea ci hanno detto a più riprese che liberalizzare i farmaci di fascia C sarebbe importante per l’Italia e per la crescita. Abbiamo spiegato, sia in audizione al Senato sia in molti interventi pubblici, che un provvedimento del genere, a costo zero per lo Stato, non altererebbe minimamente l’attuale assetto della distribuzione del farmaco, mentre al contrario sarebbe capace di creare nuova occupazione, nuove aziende e nuovi investimenti. Malgrado ciò, con un disegno prestabilito, tutti gli emendamenti finalizzati all’apertura di uno dei mercati più protetti alla concorrenza, quello delle farmacie, sono stati sistematicamente respinti».
Secondo il MNLF e la CULPI, ora Calenda ha due strade possibili: «Quella che porta a seguire le scelte di altri aprendo al grande capitale e ad un neo-oligopolio senza concorrenza, o quella del cambiamento, mettendo tutti gli attori nelle condizioni di competere senza privilegi. Lei ha l’opportunità di dare opportunità a tutti, non la sprechi».

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