ddl concorrenza farmacieSi è tenuto il 21 ottobre 2016 a Roma il Consiglio nazionale della Fofi. Numerosi gli argomenti affrontati: dopo aver ricordato l’impegno della categoria dei farmacisti in occasione del terremoto che ha colpito il Lazio e le Marche, nella sua relazione il presidente Andrea Mandelli ha dato ampio spazio alla questione del Ddl Concorrenza, ai problemi legati ai tassi di disoccupazione tra gli iscritti e alla questione della distribuzione diretta. «L’apertura alle società di capitali della titolarità della farmacia – ha ricordato il senatore – e quindi il venir meno della riserva in favore del farmacista, è una soluzione che abbiamo sempre avversato, forti delle buone ragioni che sono state riconosciute anche dalla Corte di Giustizia europea». «Del DdL così come è andato configurandosi – ha aggiunto Mandelli – non apprezziamo nulla. Come abbiamo detto con estrema chiarezza nel corso delle audizioni parlamentari, la Fofi conferma la sua contrarietà all’ingresso delle società di capitali nella gestione delle farmacie per l’impatto che questo può avere sulla continuità del servizio offerto fino a oggi ai cittadini dalla rete delle farmacie indipendenti, sull’autonomia professionale e le prospettive occupazionali dei farmacisti e infine perché controproducente ai fini dello stesso concetto di concorrenza». Quanto al tetto del 20% su base regionale, introdotto in un emendamento, il presidente della federazione ritiene che esso apra «alla possibilità di formazione di un oligopolio che renderebbe residuale il ruolo delle farmacie rette dai professionisti. Si tratta, quindi, di un tetto che è tale soltanto di nome, in quanto cinque sole società potrebbero detenere “a norma di legge” la totalità delle 20.000 farmacie italiane oggi esistenti. Non è un caso limite: è quello che è accaduto in Norvegia, dove il tetto è stato fissato al 40%, e l’85% delle farmacie è nelle mani di tre grandi gruppi». In riferimento alla questione occupazionale, Mandelli ha ricordato che esistono ad oggi «oltre 3.000 professionisti “in esubero”, destinati a costituire un esercito di disoccupati disposti ad accettare condizioni di lavoro al ribasso. Anche in questo caso non mancano esempi negli altri Paesi europei». Occorrerebbe invece «proseguire con rinnovato impegno la promozione del ruolo professionale del farmacista in materia di aderenza alle terapie e di monitoraggio sull’uso del farmaco al fine di sostenere l’efficientamento della terapia e il maggior governo della spesa. È questa anche la via per contrastare la disoccupazione». Inoltre, è stato sottolineato, «sono giunte numerose segnalazioni da parte degli Ordini provinciali in merito all’utilizzo distorto del tirocinio nei confronti di colleghi, e in particolare di quelli più giovani, per finalità completamente estranee a quelle previste dal legislatore e rispondenti esclusivamente all’esigenza di ottenere lavoro qualificato a basso costo». Per quanto concerne la distribuzione diretta, il parlamentare ha ricordato che «la spesa per i farmaci in distribuzione diretta e per conto è aumentata del 51,4%, mentre è stato registrato un contenuto decremento della spesa farmaceutica convenzionata netta (-1,4%); le rilevazioni relative al primo semestre di quest’anno confermano la tendenza, così come confermano il calo della convenzionata netta: -4,7% rispetto al primo semestre 2015. Appare chiaro che ormai la distribuzione diretta sta distorcendo sempre più gravemente le dinamiche del comparto, perché genera un volume sempre maggiore e per l’irrazionalità con cui viene applicata. All’interno di una stessa Regione si presentano situazioni differenti, spesso in contrasto con accordi presi a livello centrale. È il caso dell’Emilia Romagna e in particolare della Asl di Rimini». Mandelli ha poi parlato del Ddl Lorenzin, che «va giudicato positivamente per diversi aspetti: la maggiore autonomia riconosciuta all’Ordine professionale per alcune materie, l’adeguamento alle mutate necessità della materia disciplinare e altro ancora. Tuttavia questo contrasta con altri provvedimenti, come il nuovo Codice degli Appalti Pubblici, che vanno invece a rendere più complicata l’attività delle rappresentanze professionali». Infine, parte dell’intervento è stata utile per fare il punto sul concorso straordinario per farmacie.

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