ddl concorrenza parafarmacie«La concorrenza in Italia muore, siamo in lutto». È con queste parole che il Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e la Confederazione Unitaria delle libere parafarmacie hanno avviato una campagna informativa sugli effetti che a loro modo di vedere avrà il Ddl Concorrenza, licenziato di recente al Senato e in attesa di essere approvato definitivamente alla Camera. Le due associazioni hanno diffuso un manifesto listato a lutto, nel quale ci si rivolge ai cittadini e si spiega che «il governo Renzi prima e quello Gentiloni oggi vi impediscono di risparmiare sull’acquisto dei farmaci con obbligo di ricetta che pagate di tasca vostra. Malgrado l’Antitrust, l’Ocse e la Commissione europea l’avessero chiesto, il governo si rifiuta di liberalizzare i farmaci di fascia C». «Il Ddl concorrenza – ha spiegato Vincenzo Devito, presidente del MNLF – per il capitolo farmacie non ha seguito le indicazioni dell’Antitrust che, al contrario, sono state strumentalizzate per aprire la strada alla trasformazione dell’attuale monopolio in un oligopolio. Infatti l’Autorità garante della Concorrenza aveva subordinato l’avvento del capitale privato nella proprietà delle farmacie solo all’apertura reale del mercato attraverso due opzioni: l’eliminazione del numero massimo delle farmacie o la liberalizzazione dei farmaci con ricetta pagati direttamente dai cittadini. Questa indicazione è stata clamorosamente disattesa e prima il governo Renzi e poi quello Gentiloni hanno scelto la via dell’oligopolio». La legge sulla Concorrenza, ha aggiunto il dirigente, «non la si fa per tutelare lobby e corporazioni. La si fa per aumentare il livello di competizione ove c’è un solo soggetto da tutelare: il consumatore. Molte persone, lo dicono diversi studi, rinunciano ad acquistare le medicine perché non hanno le risorse per pagarle. La liberalizzazione dei farmaci di fascia C avrebbe innescato un processo virtuoso che avrebbe potuto abbassare i prezzi, così come accaduto per i farmaci da banco. Siamo in piena sintonia con il presidente dell’Antitrust, quando dice che “la concorrenza riduce le diseguaglianze”. Ma la legge che sta discutendo la Camera dopo l’approvazione in Senato fa esattamente il contrario: le aumenta».

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