ddl concorrenza farmacieL’obiettivo è stato spostato di un mese. Il disegno di legge sulla Concorrenza, secondo quanto affermato nella giornata dell’8 marzo dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, dovrebbe riuscire a ricevere entro l’ultima settimana del mese di marzo l’ok da parte del Senato. Quindi passare per una terza lettura alla Camera, che potrebbe consegnare il testo nelle mani del Capo dello Stato per la promulgazione entro il mese di aprile. È questa, dunque, l’ultima previsione in ordine di tempo su uno dei provvedimenti di legge più dibattuti in assoluto, che come noto dovrebbe avere cadenza annuale, ma del quale si attende ancora la prima versione. Di fatto, un ulteriore rallentamento è stato dunque ammesso dal governo, dopo che solo solo poche settimane fa – il 21 febbraio – secondo quanto riferito da Il Sole 24 Ore Radiocor Plus, uno dei due relatori del provvedimento, Luigi Marino, aveva spiegato che «c’è la ferma determinazione del governo e della maggioranza di dare una “strambata” al provvedimento e portarlo a compimento, con l’ok della Camera, entro il mese di marzo».
A quanto pare una delle misure sulle quali si è dovuto discutere maggiormente nel corso degli ultimi giorni è quella “anti scalate”, che potrebbe scattare nel momento in cui si acquisisce una quota azionaria minima del 5%. Secondo Calenda la regola «è pronta, ma ci sono ancora discussioni su questo punto». Altra novità che potrebbe essere introdotta all’ultimo minuto è quella che riguarda il calo del tetto massimo imposto alla proprietà delle farmacie per le società di capitale. Esso è stato indicato nel 20% dalla commissione Industria del Senato, ma tale paletto è stato giudicato da più parti troppo poco stringente e in grado di portare alla creazione di oligopoli nel settore. Di qui l’ipotesi, al vaglio di Palazzo Madama, di abbassare la quota al 15%.
E nella giornata del 9 giungono le dichiarazioni di Luigi Marino (Ap), tra i relatori del Ddl, che, come riportato da Il Sole 24 Ore Radiocor Plus, conversando con i giornalisti in Senato, riferisce che il Ddl Concorrenza “e’ diventato una specie di pullman con le ruote sgonfie o addirittura bucate in cui, piu’ passa il tempo, piu’ dovrebbero essere inseriti, anche dal Governo, emendamenti e norme che ne ampliano il campo”. Marino aggiuge che “anche questa settimana e’ passata senza che il Ddl sulla concorrenza sia stato incardinato in Aula ed e’ una decisione che mi sorprende ed e’ certamente negativa per il Paese” perche’ si tratta di un provvedimento “atteso, da 7 mesi approvato dalla commissione Industria, importante per il mercato interno e anche richiesto dalla Ue al pari delle riforme, anzi ritenuto tale”. Marino aggiunge che l’Assemblea del Senato nei mesi scorsi ha discusso e approvato “provvedimenti come la casa-museo di Gramsci, il festival di Verdi a Parma e Bussoleto, la filiera agricolo-industriale della canapa, che non erano certamente prioritari. E’ che non si capisce, se non per problemi di convulsione interna a qualche partito della maggioranza, perche’ – rileva ancora Marino – ci sia questo ritardo, dal momento – aggiunge – che il Ddl e’ condiviso formalmente da tutta la maggioranza, i nodi sono stati sciolti da tempo, i nuovi emendamenti sono condivisi, c’e’ anche l’attesa positiva di una parte significativa dell’opposizione, c’e’ la determinazione del ministro, la piena sintonia dei relatori. Perchè allora – si chiede Marino – questo provvedimento non decolla? Qual e’ il meccanismo legislativo o la decisione politica che lo bloccano come il pullman di cui parlavo prima?”.

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