ddl concorrenzaI presidenti delle associazioni Federconsumatori e Adusbef hanno inviato una lettera al presidente e ai membri della commissione Industria, commercio e turismo del Senato. I responsabili delle due organizzazioni di consumatori sono tornati a chiedere che venga introdotta una norma che consenta la libera vendita dei farmaci di fascia C. «Sono numerose, soprattutto negli ultimi anni, le segnalazioni e le denunce che riceviamo da parte dei cittadini relative alla rinuncia a cure e terapie, motivata spesso da ragioni economiche e da costi troppo elevati dei dispositivi medici», hanno spiegato i due dirigenti, secondo quanto riportato dall’agenzia Agi, che cita alcuni passaggi della lettera: «Alla luce di tali allarmi, da tempo invochiamo norme tese alla liberalizzazione dei farmaci di fascia C, come già avvenuto in passato per i cosiddetti farmaci da banco, con importanti benefici per i cittadini». Secondo Federconsumatori e Adusbef si tratterebbe di “un’operazione di fondamentale importanza, in quanto permetterebbe di raggiungere due obiettivi: da un lato il contenimento del prezzo (con un risparmio calcolato dall’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori pari a circa 42 euro annui a famiglia), dall’altro l’allargamento della struttura distributiva di tali farmaci». Secondo le associazioni di consumatori, infatti, «è necessario assicurare e facilitare l’accesso ai farmaci, allargando il canale di vendita alle parafarmacie, dove è garantita la presenza di un professionista dotato di laurea in Farmacia. Un provvedimento in tal senso consentirebbe da un lato di rispondere meglio alle esigenze della popolazione, dall’altro di ampliare la disponibilità di strutture in grado di introdurre importanti elementi competitivi nel settore». Di qui la richiesta di «un’attenta riflessione» indirizzata ai senatori, al fine di «mettere al primo posto sempre e comunque l’interesse dei cittadini».
Il Ddl Concorrenza, come noto, è ancora al Senato in attesa di ottenere il via libera che porterebbe il provvedimento alla Camera, per una nuova lettura, in attesa della promulgazione da parte del Presidente della Repubblica.

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