ddl concorrenza farmacieLa Camera, nella seduta di martedì 6 ottobre 2015 ha proseguito l’esame del disegno di legge sulla Concorrenza. Il gruppo Sinistra Ecologia e Libertà, capeggiato dalla deputata Lara Ricciatti, ha presentato alcuni emendamenti al testo proposto, uno dei quali puntava ad eliminare in toto l’articolo 32 (quello cioè che riguarda da vicino le farmacie). Nel corso del suo intervento in Aula, Ricciatti ha spiegato infatti che il proprio gruppo ha deciso di presentare un emendamento «totalmente soppressivo» di tale articolo, «perché con esso il governo e questa maggioranza decidono di consentire l’ingresso di società di capitali nella titolarità dell’esercizio della farmacia detenuta da un privato. Cosa che non riteniamo né giusta, né equa. Affiderete alle società di capitali tutto il settore farmaceutico, e i soci non dovranno più essere necessariamente dei farmacisti. Saltando poi il limite delle quattro licenze, di fatto state mettendo il sistema in mano alle multinazionali».
Un’altra modifica non approvata, poi, avrebbe concesso la possibilità di vendere i medicinali di fascia C anche nelle parafarmacie e nei corner presenti all’interno delle strutture della grande distribuzione organizzata. «State sancendo – ha proseguito la deputata di Sel – la morte delle farmacie rurali, nonché quella professionale di tutti i titolari di parafarmacia». Perciò la parlamentare ha lanciato un appello: «L’ultimo da parte del nostro gruppo: sfiliamo l’articolo 32 da questo provvedimento, affrontiamo la questione nella sede più opportuna che è la commissione Affari sociali. Andiamo a consultarci con chi volete, riapriamo un ciclo di audizioni e proviamo a ragionare senza paraocchi e senza posizioni precostituite. Per una volta, proviamo a fare politica liberi dal potere lobbistico».
In mattinata, anche il presidente della Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane, Davide Gullotta, aveva lanciato un appello, augurandosi l’approvazione degli emendamenti da parte dell’Aula: «Il cittadino-consumatore riconosce da tempo la professionalità del farmacista di parafarmacia e la sua utilità sul territorio: è questa la nostra forza più grande – aveva spiegato in una nota il dirigente -. La campagna che abbiamo lanciato in questi giorni sul web con gli hashtag #NonVendoMele e #salvateleparafarmacie è diventata in poco tempo virale. Auspichiamo pertanto che il Parlamento si sintonizzi con la pancia del Paese e con la speranza di quegli italiani che si aspettano una inversione di rotta: a conti fatti sono di più i farmacisti laureati che cercano lavoro che i farmacisti proprietari di farmacie».
Sulla questione, al termine delle votazioni parlamentari, è intervenuto anche Pierluigi Bersani, “padre” delle liberalizzazioni del 2006: «Sulla vendita dei farmaci il Ddl concorrenza va in direzione contraria rispetto a quanto abbiamo fatto in passato – ha scritto sul proprio profilo Facebook -. Non è certo un bel segnale per i giovani farmacisti, che restano gli unici professionisti a non poter esercitare la professione in regime privatistico. Lo può fare un dentista, un avvocato: ma un farmacista no. E non si capisce perché: ha la laurea, ha superato l’esame di stato. Ma per esercitare la professione o diventa titolare di farmacia, oppure dipendente».
In ogni caso, manca ancora la votazione finale sulla globalità del Ddl, che potrebbe arrivare nella giornata di oggi, mercoledì 7 ottobre.

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