federfarma romaTra le numerose repliche al servizio mandato in onda dalla trasmissione Le Iene in merito alla possibilità di «risparmiare un miliardo di euro passando alla distribuzione dei farmaci unicamente in forma diretta», c’è anche quella del presidente di Federfarma Roma, Vittorio Contarina, che in un video pubblicato su Facebook ha parlato di «servizio privo di contraddittorio». «Si è confusa la cifra per l’acquisto di farmaci, che appunto è di poco più di un miliardo di euro, con quella relativa alla remunerazione delle farmacie. Non ci vuole molto per capire che quella spesa rimane inalterata quale che sia il canale di distribuzione. Alle farmacie, per la dispensazione dei farmaci acquistati dalle regioni, anche quelli del valore di migliaia di euro, viene solo riconosciuta una media nazionale di circa 5 euro a confezione». Inoltre, prosegue Contarina, «rimane tutto da dimostrare il fatto che la distribuzione diretta dei medicinali da parte delle Asl comporti effettivi risparmi, visto che per assicurare la dispensazione al cittadino occorre anche prendere in considerazione i costi del personale, come quelli di stoccaggio e di conservazione: tutte spese che sarebbero a carico delle regioni e che in regime di Dpc sono invece sostenute dalle farmacie. A fronte di quei pochi euro che vengono riconosciuti». Il presidente del sindacato romano fa poi l’esempio del Lazio, regione nella quale «nel solo 2016 la Dpc ha portato ben 170 milioni di euro di risparmi nelle casse pubbliche. Mentre il 16% di remunerazione di un farmaco del valore di 600 euro, menzionato nel servizio de Le Iene, è un caso-limite riservato solamente alle pochissime (il 2% del totale) farmacie rurali sussidiate. Mentre nel restante 98% delle farmacie laziali, lo stesso medicinale viene remunerato 11,80 euro. Cifra alla quale poi occorre sottrarre la remunerazione del grossista. Purtroppo nel servizio è mancato un contraddittorio, che tra l’altro avrebbe consentito di parlare anche dei furti frequenti di farmaci che avvengono nelle Asl. E degli enormi sprechi di farmaci distribuiti direttamente a pazienti anche molto anziani e malati, a volte a copertura di un anno. Infine, si sarebbe potuta rappresentare la vera realtà della distribuzione diretta, non certo fatta di consegne a domicilio, ma di lunghe attese da parte dei pazienti in determinate strutture, lontane da casa, in orari limitati».

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