concorso straordinario lazioIl Consiglio di Stato ha accolto un ricorso presentato dal Comune di Latina contro un gruppo di titolari di farmacia che si erano opposti all’apertura di sette nuove sedi farmaceutiche nell’ambito del concorso straordinario. I farmacisti avevano ottenuto una vittoria in primo grado: il Tar del Lazio aveva infatti dato loro ragione per via «del dedotto vizio di incompetenza della giunta comunale, che ha adottato i provvedimenti deliberativi di individuazione e di localizzazione delle nuove sedi in luogo del competente consiglio, con assorbimento degli altri motivi di impugnazione». «In particolare – spiega il Consiglio di Stato – il primo giudice sanzionava i provvedimenti comunali in quanto l’istituzione di nuove sedi farmaceutiche è attività che afferisce alla pianificazione ed organizzazione del servizio farmaceutico e che esprime scelte fondamentali attinenti alla vita sociale e civile della comunità locale, con la conseguenza che il relativo potere compete al consiglio comunale». Tuttavia, lo stesso collegio ha ribaltato la sentenza di primo grado, spiegando che sebbene sia indubbio che permangano in capo al consiglio le decisioni in materia di «programmazione della vita politico-amministrativa dell’ente con elevato contenuto di indirizzo politico», spettano invece alla giunta «tutti gli atti rientranti nelle funzioni di governo aventi contenuto esecutivo». E le decisioni in merito alle nuove sedi farmaceutiche, secondo il massimo organismo della giustizia amministrativa in Italia, rientrano in questo secondo ambito. È stata inoltre respinta un’ulteriore obiezione in materia di localizzazione delle sedi: «Non può essere condiviso neppure il dedotto sviamento di potere per inidoneità della pianta organica revisionata a garantire le esigenze della popolazione residente rappresentate da un’equa distribuzione degli esercizi farmaceutici sul territorio e da un maggiore accesso al servizio, ciò che dovrebbe impedire di lasciare sfornite porzioni di territorio anche se scarsamente abitate. Gli appellati affermano che tre delle nuove sedi sono geograficamente sovrapponibili alle proprie laddove, al contrario e in violazione del canone di equa distribuzione del servizio, alcuni i quartieri periferici sono privi di servizio farmaceutico».

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