formazione-ecm-farmacisti«La formazione continua in medicina (ECM) dei farmacisti deve servire per elevare le competenze e far nascere una “sana” competitività nel mondo del lavoro. Le ricadute positive si avranno sia sul fronte della “salute” dell’azienda farmacia sia in un contesto di concorrenza dell’informazione fuori settore (si pensi solo a tutte le richieste di conferma o meno da parte dei pazienti su informazioni elargite dai mass media e social)». A sottolineare l’importanza dell’aggiornamento professionale è la Federazione Nazionale Associazioni Farmacisti Non Titolari (Conasfa) che in una nota ha invitato ad «agire sulle difficoltà per permettere di migliorare la formazione, senza per questo “demotivare” il professionista in una corsa contro il tempo e a scapito della sua vita privata».
La Conasfa ha in questo senso ricordato la propria ipotesi di riforma del Servizio farmaceutico nazionale, avanzata nel 2009, nella quale si era sottolineata proprio la necessità di lavorare su questo aspetto. Una proposta giunta dalla federazione è quella della «riorganizzazione dell’attività lavorativa: la formazione deve avere un aspetto rilevante. Nel monte ore annuale del professionista, una quota dovrebbe essere dedicata direttamente o indirettamente all’aggiornamento. Questo impegno e il suo riconoscimento hanno una ricaduta sulla “performance professionale della farmacia”. Le Aziende farmaceutiche che fino a pochi anni fa snobbavano quest’aspetto, ora si presentano e sollecitano una formazione nei posti del lavoro. Molto probabilmente il brand, lo sconto e la pubblicità non sono tutto, anzi il farmacista ha un margine molto ampio per presentare e distribuire il farmaco, l’integratore, i presidi ecc.». In secondo luogo, secondo la Conasfa occorre stabilire un «dialogo tra vertice e territorio del mondo datoriale. Non di rado riscontriamo un atteggiamento ostile verso iniziative promosse a livello federale e/o nazionale». Ancora, è stato proposto di «attivare un bonus per premiare chi si cimenta ed ottiene dei risultati» e di «aumentare la sensibilizzazione su questo argomento da parte di Federfarma e organizzazioni analoghe sui propri iscritti».

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