ddl concorrenza farmacieIl gruppo Conad è tornato ancora una volta ad insistere sulla necessità di aprire a più ampie liberalizzazioni nel settore del farmaco. L’occasione, questa volta, è stata la presentazione del “X Rapporto sulla legislazione commerciale”, avvenuta il 16 febbraio 2017 alla Camera di Commercio di Roma. Come riportato dall’agenzia AGV News, all’evento hanno partecipato «il presidente di Ancd Conad Marzio Ferrari, l’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Roma Adriano Meloni, il sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico Antonello Giacomelli, il segretario generale di Ancd Conad Sergio Imolesi, il responsabile dell’ufficio legislativo di Ancd Conad Piero Cardile e Roberto Ravazzoni, professore ordinario presso il dipartimento di Comunicazione ed Economia – Unimore».
Secondo il rapporto, «burocrazia, mancata concorrenza, illegalità e corruzione» rappresentano ancora le principali zavorre al rilancio dell’economia italiana: «Partendo dal quadro attuale normativo – prosegue il lancio dell’agenzia – e con particolare riferimento al settore del commercio, il dibattito ha affrontato le misure possibili e necessarie per stimolare la concorrenza e la semplificazione, e per fare da antidoto alla corruzione e all’immobilismo: la concorrenza, la semplificazione, l’alleggerimento normativo. Punti su cui Conad ha lanciato le proprie proposte». Tra queste, secondo il colosso della grande distribuzione organizzata, c’è la necessità di dar vita ad una «nuova stagione di liberalizzazioni», perché «nell’indice delle liberalizzazioni 2016 dell’Istituto Bruno Leoni, l’Italia totalizza 70 punti su 100. Siamo lontani dai 94 punti della Gran Bretagna, dagli 80 della Spagna ed dai 79 dei Paesi Bassi». «Mentre il Ddl concorrenza 2015 è fermo in Parlamento da più di due anni – è stato sottolineato – alcuni settori economici restano imbrigliati da inutili vincoli di natura corporativa, e attendono una spinta liberalizzatrice che elimini barriere alla vendita per liberalizzare i prezzi». «In Italia – ha dichiarato Sergio Imolesi – è indispensabile restituire a imprese e cittadini un quadro normativo di riferimento che sia il più omogeneo possibile. Occorre ridurre i centri decisionali e definire regole comuni, in attesa che si compia un nuovo riordino delle competenze a livello costituzionale. Inoltre si registrano ancora alcuni comportamenti del legislatore nazionale non sempre in linea con le aspettative dei cittadini. È il caso del Ddl Concorrenza: se approvato nell’attuale formulazione, rischia di disattendere le richieste formulate dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in materia di farmaci, carburanti e nel settore delle professioni».

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