Cessione quote farmacia: il comune non prende atto. Il Tar sospende il provvedimento

Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio ha accolto un’istanza cautelare presentata da un farmacista di Roma, con la quale si chiede di annullare «il provvedimento di Roma Capitale – Dipartimento Politiche Sociali, Sussidiarietà e Salute, che negava la presa d’atto di cessione di quote e di modifica di patti sociali, trasmessa alla farmacia con nota del 6 aprile 2017, ricevuta in data 11 aprile 2017». Allo stesso modo, il ricorso al Tar chiede di annullare il provvedimento con il quale l’ente locale aveva rigettato la richiesta di riesame presentata dal farmacista. «Il trasferimento delle quote della farmacia – hanno spiegato i giudici amministrativi – è avvenuto nella vigenza della normativa che ha differito al 31.12.2016 l’efficacia delle disposizioni di cui all’art.12, della legge numero 475 del 1968, nella parte di interesse, stabilendo che fino a tale data “è richiesta esclusivamente l’iscrizione all’albo dei farmacisti” (art. 7, comma 4 – quater della del decreto legge numero 192 del 2014, convertito nella legge numero 11 del 2015)». Il tribunale ha inoltre tenuto conto del fatto che «l’atto di “riconoscimento” costituisce una attività vincolata e che, pur essendo in via generale l’amministrazione tenuta a determinarsi secondo il principio tempus regit actum, tale principio generale recede nel caso in cui, come nella fattispecie, il legislatore abbia dettato un’apposita disciplina transitoria». Infine, «anche a volere attribuire al cosiddetto decreto di riconoscimento valenza di accertamento costitutivo, si tratta pur sempre di una condicio iuris sospensiva, il cui verificarsi, ex art 1360 c.c., ha effetti retroattivi».
È per queste ragioni che il Tar ha accolto l’istanza cautelare, sospendendo gli effetti dei provvedimenti impugnati e fissando per la trattazione di merito l’udienza pubblica del 4 aprile 2018.