carenza di farmaciL’intera filiera del farmaco, a livello europeo, ha lanciato un’iniziativa con l’obiettivo di contrastare il fenomeno della carenza di farmaci. Le associazioni europee che rappresentano i produttori di medicinali, i distributori, i grossisti farmaceutici e i farmacisti hanno firmato infatti un documento comune al fine di fornire una serie di raccomandazioni e di informazioni utili per fronteggiare la questione. Le sigle che hanno sottoscritto il comunicato sono la Aesgp, l’Eaepc, l’Eahp, la Gpie, l’Efpia, la Girp, Medicines for Europe e il Pharmaceutical Group of the European Union (Pgeu-Gpue). Esse hanno spiegato che «le cause delle penurie di medicinali sono al contempo legate a problemi di produzione, così come di prezzo e di catene di approvvigionamento». Le linee guida sono state riassunte in venti pagine, nelle quali le associazioni promotrici dell’iniziativa si concentrano in particolare sulla questione, considerata cruciale, della trasparenza e dell’accessibilità dei dati. Ciò partendo dal presupposto che «numerosi riscontri suggeriscono il fatto che il problema sia in una fase di crescita in tutta l’Unione europea», il che comporta «un impatto significativo sui pazienti, sui professionisti della salute, così come sui sistemi sanitari». Per questo, secondo il documento è necessario adottare un sistema che sia in grado di individuare in anticipo i casi di possibili penurie, al fine di poterli contrastare con maggiore efficacia. Il tutto basandosi su un meccanismo di scambio di informazioni tra tutti gli attori della filiera del farmaco, instaurando in questo senso «un processo di governance collaborativa». «Il progetto – hanno spiegato le associazioni – punta a sviluppare le buone pratiche già esistenti e a fornire indicazioni utili per poter instaurare un sistema informativo che sappia monitorare il fenomeno. Le nostre organizzazioni sperano che, prendendo in considerazione le caratteristiche specifiche di ciascuna nazione europea, si possano creare dapprima meccanismi su base nazionale, e che questi ultimi siano successivamente in grado di rappresentare la base per un’azione più ampia a livello europeo».

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