cannabis terapeutica«Sono già 60 i pazienti che nella regione Umbria sono attualmente trattati con farmaci a base di cannabis. I risultati sono soddisfacenti, ma ci sono delle criticità per l’approvvigionamento di questi prodotti». Ad affermarlo è stato l’assessore regionale alla Salute, alla Coesione sociale e al Welfare dell’amministrazione regionale, Luca Barberini, che è intervenuto nella giornata di venerdì 15 giugno a Spoleto, in occasione del convegno nazionale sullo stato dell’arte dell’utilizzo della cannabis terapeutica, organizzato dalla Sifo, Società italiana di farmacia ospedaliera, in collaborazione con la Usl Umbria 2.
In Italia la quantità di cannabis disponibile, tra quella importata e quella prodotta, non è infatti sufficiente a far fronte alle necessità dei pazienti. Inoltre, esistono ancora grandi differenze nel Paese poiché non tutte le regioni si sono conformate all’indicazione di rendere uniforme la dispensazione sul territorio. «L’Umbria – ha aggiunto Barberini – è stata la terza in Italia a essersi dotata di una legge regionale per l’utilizzo della cannabis a scopo terapeutico e i risultati sono positivi, perché l’uso di questa sostanza si è rivelato estremamente efficace per alleviare il dolore in presenza di malattie gravi come ad esempio la sclerosi multipla».
L’ente locale ha anche costituito un Comitato tecnico-scientifico per vigilare sulla correttezza delle procedure e assicurare livelli uniformi per l’accesso e l’erogazione dei farmaci cannabinoidi. «Restano purtroppo le difficoltà legate al reperimento di questi prodotti – ha aggiunto Barberini – perché le Regioni da sole non hanno la possibilità d’intervenire in questo ambito particolare». L’assessore ha concluso dicendosi «onorato che l’Umbria sia stata scelta come sede di un evento nazionale così importante, che ha unito università, società scientifiche, ministero della Salute, Istituto superiore sanità, Aziende sanitarie, medici di medicina generale e specialisti per definire insieme le linee comuni circa l’appropriatezza, la qualità e la sicurezza dell’uso della cannabis terapeutica. Solo attraverso il confronto e il lavoro di squadra si possono, infatti, raggiungere obiettivi chiari e condivisi per rispondere in maniera efficace ai bisogni dei pazienti più in difficoltà».

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