dispensari«I comuni con meno di 3.300 abitanti che non soddisfano le condizioni per l’apertura di una farmacia possono fare domanda per l’apertura di un dispensario farmaceutico». A spiegarlo è la giunta della provincia autonoma di Bolzano, che il 20 settembre ha approvato la delibera con la quale vengono definiti i criteri per l’apertura di tali punti di distribuzione dei farmaci. «I comuni interessati – prosegue l’organismo provinciale – possono inviare la richiesta all’Ufficio per l’assistenza sanitaria. Con una procedura di selezione la conduzione del dispensario farmaceutico verrà affidata al proprietario di una farmacia, ma è previsto un diritto di preferenza al proprietario della farmacia più vicina. I criteri approvati, che verranno pubblicati nella Gazzetta ufficiale della Regione e sul sito web della Ripartizione salute, fissano gli orari di apertura, i periodi di ferie, le condizioni, gli obblighi per il farmacista, la gamma di prodotti del dispensario, gli spazi minimi e i costi di gestione della struttura». Sulla questione, un anno fa era divampata una polemica in Alto Adige. Il presidente provinciale di Federfarma Matteo Bonvicini aveva dichiarato che «a causa di un decreto della direttrice della ripartizione Sanità, Irmgard Prader, i dispensari e diverse farmacie rurali sono a rischio chiusura. In pratica, soprattutto per i dispensari, che nei piccoli paesi hanno un importantissimo ruolo sociale, c’è il forte timore di andare incontro ad esercizi in rosso. E molti colleghi, con le nuove regole, sembrano sempre più propensi a chiudere».
Nel mirino era finito il metodo per calcolare il fatturato: secondo Bonvicini «in passato venivano inserite solamente le ricette, più alcune voci relative a medicazioni, calze ed altro. Adesso bisogna conteggiare invece anche i ticket e la differenza di prezzo tra il farmaco e il medicinale generico corrispondente, oltre agli sconti». In base al fatturato, le farmacie rurali sussidiate rientrano in diversi scaglioni di scontistica, che – spiegava il presidente di Federfarma – non sarebbero sostenibili.

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