altroconsumo-liberalizzazione-farmaci-fascia-cI dirigenti dell’associazione Altroconsumo Ivo Tarantino e Luisa Crisigiovanni hanno scritto una lettera indirizzata al nuovo presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per chiedere nuovamente un intervento nel settore della distribuzione del farmaco.
L’organizzazione di consumatori ha infatti proposto al governo e alla sua presidenza di «sottoscrivere un contratto con i consumatori», riassunto in dieci punti programmatici. Il primo riguarda la riforma della class action, «quale strumento di effettiva tutela dei diritti dei consumatori e, parimenti, leva per un mercato realmente concorrenziale». Il secondo il potenziamento «dell’operatività e della capacità sanzionatoria delle Autorità di vigilanza del mercato, attraverso interventi ad hoc sulle normative di settore». Quindi viene proposto di «superare lo stallo dei servizi pubblici digitalizzati a partire dal rilancio del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID)», e di «incoraggiare la copertura di rete in tempi rapidi su tutto il territorio nazionale». Si passa poi ai temi relativi alle liberalizzazioni, proponendo in particolare un nuovo impulso a quella del mercato energetico e, appunto, quella della «vendita dei farmaci di fascia C con ricetta». Altri punti nel “contratto con i consumatori”, quelli relativi alla normativa sui trasporti, all’incentivo dei pagamenti digitali «al fine di diminuire la circolazione del contante e favorire la lotta all’evasione», e alle politiche di sostegno per le famiglie. «Altroconsumo – conclude la lettera – è pronta a incoraggiare e stimolare il nuovo governo lungo questa strada, fornendo il suo contributo di osservatore critico e indipendente, anche attraverso incontri informali e formali con la presidenza del consiglio dei ministri». Come riportato ai propri lettori da FarmaciaVirtuale.it, all’inizio del mese di maggio del 2018 la questione della fascia C è tornata ad infiammare polemiche nella categoria. In particolare, il presidente della Fofi Andrea Mandelli aveva spiegato in un’intervista al quotidiano La Repubblica che «sulla base dell’orientamento di tutta Europa, il nostro Consiglio nazionale ha ritenuto che il farmaco soggetto a prescrizione debba restare esclusiva delle farmacie convenzionate con lo Stato». Affermazioni che avevano suscitato la reazione del Movimento nazionale liberi farmacisti e della Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane.

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