Un fenomeno, quello delle forme di lavoro “atipiche”, in costante aumento: a dirlo è l’Enpaf, Ente Nazionale di Previdenza e Assistenza Farmacisti, che ha riscontrato un sensibile incremento di utilizzo in particolare del lavoro accessorio retribuito a voucher tra i propri iscritti, causato dal costante aumento del tasso di disoccupazione dei farmacisti. Ne ha parlato ad AdnKronos Salute il Presidente dell’Ente Emilio Croce, che presiede anche l’Ordine dei farmacisti di Roma, condannando il trend e sottolineando come i voucher siano «strumenti impropri che i commercialisti e i consulenti del lavoro hanno suggerito a persone che non sapevano della loro esistenza e il cui impiego è gravissimo». Argomento già trattato da FarmaciaVirtuale.it, con il caso del giovane farmacista umbro pagato con buoni lavoro, Dario, sollevato nelle scorse settimane da “Il Venerdì di Repubblica”. Secondo Croce, si tratta di un fenomeno «vergognoso», perché «un iscritto a un albo professionale non può essere trattato così». «Sia l’Inps sia il Ministero del Lavoro – ha aggiunto Croce – ne hanno ribadito, attraverso circolari, le finalità di emersione e regolarizzazione di attività lavorative occasionali e, visti i limiti economici di compenso, la concreta incompatibilità con l’attività lavorativa che richiede particolari qualifiche tali da motivare l’iscrizione presso un ordine professionale».
Il ricorso a questo tipo di rapporto determinerebbe, secondo l’Enpaf, «un generale svilimento e depauperamento della funzione sociale che da sempre è riconosciuta alla figura del farmacista nell’ambito del Sistema Sanitario italiano». Allo stesso modo, l’Ente previdenziale contesta anche gli stage e i tirocini post laurea, considerati «illegali» nonché «forme improprie e mortificanti». Il dato di disoccupazione tra i farmacisti è in costante aumento, nonostante si attesti su percentuali inferiori rispetto al tasso di disoccupazione generale, pari al 12%. Secondo i dati dell’Enpaf, il numero di disoccupati risulta attualmente di circa 7 mila unità, su oltre 95 mila iscritti all’Ente. Anche il secondo semestre 2016 ha evidenziato in termini percentuali un leggero aumento del tasso di disoccupazione, che «dal 7,01% del mese di giugno è passato al 7,36% del mese di dicembre».
Croce ha assicurato che gli Ordini dei farmacisti di Roma e del Lazio si stanno muovendo su questo fronte e, insieme con l’assessorato regionale al Lavoro, stanno spingendo per arrivare a una normativa unica nazionale che uniformi le regole. Sempre dell’utilizzo di queste forme contrattuali anomale si starebbe occupando anche il Ministero del Lavoro. «Vogliamo che queste cose smettano di esistere – ha concluso Croce – e vengano ricondotte alla legalità».

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