aifa-lieve-aumento-consumi-farmaciNei primi nove mesi del 2014 ogni italiano ha acquistato circa 23 confezioni di medicinali, di cui 14 in regime di assistenza convenzionata, per un totale di 1,398 miliardi di confezioni di farmaci di classe A e C. Crescono lievemente i consumi, e i farmaci per il sistema cardiovascolare si confermano i più utilizzati. È quanto emerge dal Rapporto Osmed (Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali) dell’Agenzia italiana del farmaco sull’uso dei farmaci in Italia nei primi nove mesi dell’anno appena concluso. Il Centro-Sud conferma un maggior utilizzo di medicinali, con il Lazio che si colloca al primo posto per dosi medie giornaliere per mille abitanti (1.184,2 DDD/1000), seguito da Calabria, Puglia e Sardegna, mentre i consumi più bassi sono stati rilevati nella Provincia autonoma di Bolzano (764,6 dosi medie giornaliere per 1.000 abitanti), in Liguria, Veneto e Lombardia. La Sicilia è la Regione che ha ridotto di più i consumi rispetto allo stesso periodo del 2013 (-3,6%), il Molise invece quella che ha registrato l’incremento maggiore (+5%).

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I farmaci per il sistema cardiovascolare si confermano al primo posto per consumo, seguiti, in ordine, dai farmaci dell’apparato gastrointestinale e del metabolismo, quelli per il sangue e gli organi emopoietici, per il sistema nervoso centrale – tra questi gli antidepressivi si confermano al primo posto per prescrizione –, e per il sistema respiratorio. Gli antineoplastici e immunomodulatori sono invece al primo posto per spesa pubblica. In calo il consumo di antibiotici in regime di assistenza convenzionata, che ha registrato nei primi nove mesi del 2014 una riduzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente del 4%. Cresce l’utilizzo dei medicinali a brevetto scaduto, che costituiscono ormai oltre il 70% dei consumi e più della metà della spesa. «I dati relativi all’uso dei farmaci in Italia nei primi nove mesi del 2014 – spiega il direttore generale dell’AIFA, Luca Pani – confermano la crescita costante, pur se contenuta, dei consumi e della spesa farmaceutica totale». «A fronte della riduzione della spesa convenzionata (-2,2%) – aggiunge infatti Pani –, assistiamo alla crescita della compartecipazione a carico del cittadino e a un aumento della spesa per i medicinali acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche (+5,6%)». La spesa farmaceutica nazionale totale è stata pari a 19,9 miliardi di euro, il 75,6% dei quali rimborsato dal Servizio sanitario nazionale. La spesa farmaceutica territoriale a carico del Ssn è stata pari a 8.769 milioni di euro (144 euro pro capite circa), con una riduzione dell’1,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre la spesa convenzionata è scesa del 2,2%. La spesa sostenuta dai cittadini per ogni compartecipazione a loro carico, invece, ha fatto registrare un’ulteriore crescita, risultando complessivamente pari a 1,121 miliardi di euro, con un incremento rispetto al 2013 del 4,4%.

In diminuzione la spesa convenzionata in tutte le Regioni italiane, a eccezione della Provincia autonoma di Bolzano e delle Marche. Le tre che hanno fatto registrate la spesa convenzionata più elevata sono state la Campania con 168,2 euro pro capite, la Puglia 163,1 euro e la Calabria 160,2 euro; al contrario le Provincie autonome di Trento e Bolzano e l’Emilia Romagna hanno mostrato la spesa più bassa, rispettivamente 108,1 euro, 96,9 e 104,1; valori sensibilmente al di sotto della media nazionale di 135,3 euro. In discesa in tutte le Regioni la spesa pro capite per la Fascia C con ricetta e in quasi tutte le Regioni la spesa per i farmaci per automedicazione. «L’analisi dei dati Osmed – afferma infine Pani – ci consente di riscontrare ancora importanti sacche di inappropriatezza nell’uso dei farmaci per il trattamento dell’ulcera e dell’esofagite, ma anche nell’uso degli antidiabetici. Per quanto riguarda l’aderenza ai trattamenti farmacologici, ampi margini di miglioramento riguardano sia gli antidepressivi che i farmaci per i disturbi ostruttivi delle vie respiratorie».

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