aifa-giulia-grilloIl ministro della Salute Giulia Grillo ha reso noto di aver attivato le procedure per il rinnovo di due fondamentali organismi dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco): la Commissione tecnico-scientifica e il Comitato prezzi e rimborso. Entrambi risultano infatti in scadenza alla data del prossimo 6 agosto.
«Con due distinte lettere inviate al ministero dell’Economia e alle Regioni – ha precisato il ministero della Salute – è stata chiesta l’indicazione dei componenti loro spettanti». Ciascun organismo è composto da 10 membri, dei quali uno è designato dall’Economia, quattro dalla Conferenza Stato-Regioni, mentre il ministero della Salute designa 3 membri per ciascun organismo, uno dei quali con funzione di presidente. Sono inoltre componenti di diritto il direttore generale dell’Aifa e il presidente dell’Iss (Istituto superiore di sanità). Lo stesso ministero guidato dall’esponente del Movimento 5 Stelle ha ricordato che «i componenti non di diritto della Commissione consultiva tecnico-scientifica devono avere comprovata e documentata competenza tecnico-scientifica di almeno 5 anni nel settore della valutazione dei farmaci e sono rinnovabili consecutivamente per una sola volta». Mentre «quelli del Comitato prezzi e rimborso sono scelti tra persone di comprovata professionalità ed esperienza di almeno 5 anni nel settore della metodologia di determinazione dei prezzi dei farmaci, di economia sanitaria e farmaco-economia, nonché di organizzazione sanitaria e di diritto sanitario».
Giulia Grillo ha suscitato di recente un dibattito tra medici e farmacisti, avendo immaginato una vera e propria rivoluzione del prontuario farmaceutico, per effetto della quale, in futuro, i medicinali sarebbero classificati, e rimborsati, non più per principio attivo ma secondo “classi terapeutiche omogenee”. Ciò – come riferito da FarmaciaVirtuale.it – ha suscitato la ferma reazione del presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, secondo il quale una riforma simile «inciderebbe in modo pesante sulle disuguaglianze di salute, discriminando chi percepisce un reddito più basso, che, non potendo pagare farmaci o sovrapprezzi, dovrebbe accontentarsi del medicinale che costa meno, l’unico erogato interamente dal Servizio sanitario nazionale».

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