farmacia preservativiNella puntata del 17 maggio 2017 la trasmissione Le Iene è tornata ad occuparsi di farmacie. Questa volta, nel mirino del programma di Italia 1 è finita la vendita di preservativi: un inviato si è presentato con una telecamera nascosta all’interno di una farmacia chiedendo dove poter trovare dei profilattici, ma gli è stato risposto che, dal momento che non si tratta di medicinali, la vendita di questo tipo di prodotti non è obbligatoria. «Effettivamente – spiega la giornalista in studio – la legge non impone la vendita alle farmacie». Ma la trasmissione stigmatizza le «motivazioni etiche» che vengono addotte dalla professionista, che ha spiegato le ragioni dell’avversione a tali prodotti citando papa Giovanni Paolo II e papa Francesco. «Secondo la farmacista – prosegue la “iena” – è impensabile l’idea di fare sesso con persone diverse, al di fuori del matrimonio. Ma la realtà è che l’età media del primo rapporto sessuale è di 17 anni, e che vengono consumati ogni giorno in tutto il mondo 100 milioni di rapporti. Ci sono donne che rimangono incinte benché in quel momento, magari, non siano in grado di costruire una famiglia. Senza dimenticare la questione delle malattie». In questo senso la trasmissione afferma che «la farmacista da un punto di vista sanitario sarebbe comunque tenuta a fornire informazioni complete riguardo la capacità dei preservativi di evitare il contagio per malattie sessualmente trasmissibili». Al contrario la farmacista evoca studi che metterebbero in discussione l’efficacia dei profilattici. «In realtà – sottolinea ancora la giornalista – per patologie come epatite, sifilide e Hiv il preservativo rappresenta una barriera impenetrabile. Dire il contrario fa perdere fiducia nel mezzo, e agevola il pericoloso calo delle vendite al quale si assiste da circa un decennio. Seguito non a caso da un aumento del numero di contagi». La “iena” sottolinea poi che in Italia non è prevista educazione sessuale nelle scuole, e si reca quindi nuovamente nella farmacia per cercare di intervistare direttamente la farmacista per un confronto. La professionista, tuttavia, si rifiuta di parlare con la giornalista. Solo la figlia esce dall’esercizio, ma senza rispondere nel merito della questione.

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